Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 35
vento entrante tanto artificiosamente per la bocca, e si accende
il calore intra spinto al cuore, e scalda e attenua il sangue,
e purga di fuligini, e si fa spirito esso sangue, e ’l resto si
attenua, corre per le arterie ad avvivare, e va alla testa al cenaculo
a nutrire l’università di spiriti che continuamente esala e
manca, attenuata dal proprio caldo e moto, e ’l sangue poi
cotto e fatto bianco dal più inestato caldo piacevole nutrica la
nervosità; il bianco e pingue l’ossa, e il rosso la carne, et ogni
particella minutissima va al suo simile con segreti artifitiosi
lambicchi.
Si serve poi della malinconia a destar la contemplatione et
il timore, et a punger il ventricolo per eccitar la fame, che è
voglia di empirsi, e ricordar la refettione. Della colera si serve
ad eccitar l’ira contra nemici et odiosi enti et a punger li budelli
et invitarli a scacciar le feccie e stringersi contra il pungente
humore. Della cenere nutre li reni, cola l’urina, manda
ardore alli testicoli, dove si coce il seme, e li ricorda la generation
del simile, /il che non fa nel fanciullo, in cui quasi nulla
cenere il calor blando produce. Del vapor nutrica i spiriti, fa
pioggia in testa, humetta li nervi e ossi per ongerli al moto: fa
sputo alla lingua, perché possa parlar senza affligersi, e per
mollificare il cibbo a gustarsi, e per trangugiarlo untato senza
affanno.
Ma chi può descriver tutti? Lascio ancor dire come ogni
particella del corpo non per uno uso solo, ma quasi per infiniti
è fatta, ignoti anchora a noi anotomisti, e taccio la formation
mirabile degl’occhi et orecchie e d’altri pertuggi, fatti per
sentire e purgare e ristorare, da me altrove considerati\.