Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 38
fabriche et attioni, e non vede sé, né quel che fa all’oscuro; e
poi esce per gl’occhi e spia in altri per anatomie, e dimanda
che cosa è anima, chi l’ha posta nel buio, e come essa lavora il
suo mestiero.
10. Il medesimo si deve stimare in tutto l’universo, che il
calore et il freddo fanno tanti enti diversi in varie zuffe, con
desiderio di dilatarsi, di espugnarsi, di vincere con timor di
non perdere, si moveno, agitano: e così ogni stella, il sole e la
luna sanno i loro corsi, et attioni, e ciascun sa quel che fa
tirato dal proprio amore o timore, ma il fin di tutto il gran
negotio solo è inteso da chi ha dato a loro potenza, amore e
senso di operare e di essere in quel modo che sono et
operano conforme alla Idea della causa donatrice.
E tutto il Mondo è un molino animato, et ogni animale è
simile al Mondo, e Dio fabro è governatore del tutto invisibile,
come pur l’anima è invisibile, e l’aria: ma è per sé notissimo
in ogni cosella, come dice Trismegisto, se vuoi mirar bene.
Ma stando l’anima nel corpo opaco, solo ha trasparenti dui
forami che son gl’occhi: e questi son coperti di tuniche, cornea,
uvea, di humore aqueo e di christallo, sì che non ponno
entrare allo vedente spirito se non solo le cose grosse assai.
Onde né l’aria né li angeli potemo vedere, né li demoni, che
ci passano ogni hora infiniti dinanzi agl’occhi e ci burlano,
giovano o nuocono, con infare l’aria e le nostre parti, onde si
infà lo spirito nostro aereo, e per consequenza la mente da
Dio infusa in lui involta. E così assai meno potemo vedere
Idio: e quel si potrebbe si non fosser gl’occhi intonicati et
invitriati lo dissi in Metafisica. /Queste sensate ragioni mi