Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 44
Questo supposto, poi segue per ragion sicura che habia voluto
morire per difender la verità e la ragione; e che tutta la vita sua
sia stata esempio a noi, e così la morte, di sequir la ragion divina,
che stima più il tutto che la parte, e più il ben magiore che
il minore, e non la humana ragion di stato, e carnale e sciocca,
dalla quale si vedrà appresso che son nate le sette, l’idolatria, le
guerre , carestie, pestilenze e tutti mali del Mondo. E non si può
con argomenti macchiar questa credenza, perché tutti si risolveno
con la distintione in quanto Dio et in quanto huomo.
Supposto dunque il primo articulo, che Dio governa il
Mondo per la sua arte per la quale lo feo, bisogna tener possibile
che habia per la medesima sua arte comparso agl’huomini
a sé più simili che son sua possessione, perché huomo ad
huomo non cede, come il capro non cede al capro, ma cede al
pastore d’ingegno, ch’è di specie più alta, talché solo a Dio
ch’è più alto dell’huomo l’huomo cede e crede. Onde ogni
legislatore (dice Varrone) si forzò mostrarsi Dio, o haver parola
da Dio o veramente o falsamente, perché sian le sue leggi
obedite. Talché segue poi che la medesima arte divina assumendo
a sé l’humanità si sia humanata.
Questo niente disconviene, perché se ogni nation confessa
che Dio sia comparso in qualche forma alli pii e savii, e che a
molti sia comparso in forma humana, come ad Abramo, per
lo medesimo segue che sicome prese forma humana apparente,
habbia possuto prenderla veramente.
Quinci si vede chiaro la distintione tra le persone
divine, perché Dio fa ogni cosa per la sua arte a lui consustantiale.