Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 62
A molti usi serveno gl’animali, parte noti, parte ignoti, e
quel che non serve all’huomo serve al bove, al cavallo, all’ucelli
et al Mondo,\ e moltissimi usi hanno queste cose che a noi
son ignote, e ci paion mali, perché son a noi noiosi, ma se
miri al tutto più ci serveno che noceno. E se miri al Mondo,
serveno assai più, e noi siamo ingiusti giudici, perché ni credemo
ogni cosa esser fatta per noi soli, e quel ci noce diciamo
esser malo, e quel che non ci serve dicemo vano, e non è cosa
che non ci serva: ma non sappiamo noi il modo.
E noi sciocchi entrando in una potega di spetiari, vedemo
molte cose che ci paion che non serveno e che stiano a caso, e
così nell’altre officine, e poi se miri l’uso de l’artefice a
molte cose son buone.
/L’onghie e li peli paion soverchi; se poi miri l’usi ti stupisci.
Il medesimo diremo dell’universo che è potega di Dio:
se miri alla cieca, nulla intendi; se cominci a filosofare, trovi
molto a proposito quel che ti parea a caso, ma non di ogni
cosa saprai la ragione, che li Angeli, che pur vedeno tutte queste
cose del creatore più internamente, a pena sanno di tutte
dare ragione.\
Dunque dovemo stimar che tutti questi mali rispettivi, e
permission di male, di odio, di bugia, di morte siano di grande
uso, e serveno alla statua sua come ombre, intervalli, e
come semitoni e metafore alla musica et alli poeti, che per sé
son vitii, et a certi luoghi posti son legiadria.
/La pena di bugiardi et iniqui mostra la giustitia, avvisa la
gente al bene, et è spettacolo alli spiriti sciolti, e la pena di