Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 64
Che l’huomo sia d’Animo immortale e divino, e
che gl’appartenga altra vita, e che però Dio tenga
di lui cura particolare e si mostra a lui, con
ragioni sensate e convincenti e nove
si mostra alli politici, e si elevano
a conoscer meglio
la Religione
Cap. VII
Io mai non ho stimato che l’huomo sia miglior del sole e delle
stelle e del cielo, come il volgo di filosofi pensa, perché tengo
per certo ogni parte del mondo aver tanto senso quanto basta
alla sua conservatione, e che li corpi celesti siano anche di
intellettiva anima dotati, la quale molto meglio può informare
quelli corpi divini, lucidi, vivi e sacri, che li nostri opachi,
moribundi e vili; e però quei corpi son felici e quell’animi che
in loro albergano. E molti peripatetici anco tengono i cieli
dall’intelletti angelici esser animati. E benché servano
all’huomo i cieli come tetti, e ci donano tante influenze e luce
e vita a noi et a tutte cose inferiori, questo non significa che
sian servi nostri, ma benefiche cause, e quel che a noi fanno lo
fan servendo a Dio, non solo a noi, ma a tutte cose inferiori
influiscono e servitio prestano; ogni cosa par fatta per noi, ma
pure per ogn’altra cosa, e di ciò appresso. E certo conviene al
seggio di Dio e degl’angioli esser vivo e non morto, come altri
stima. Però dico che Dio tien cura di quelli, et ivi si stima
habitar la sua corte, e manifestarsi all’intelletti sciolti da tutte
le Nationi meritamente.
Dico poi che tra le creature che sopra la terra, e nel mare, e
nell’aria grossa caminano, l’huomo è la più nobile, e c’habia
animo immortale: e che a Dio è virtù e gloria, e non indignità,
lo manifestarsi all’huomini, e tener gran conto di loro,
come tante sacre historie asseriscono indubitatamente.
L’huomo non vince gl’altri animali di possanza, poiché
il cavallo, il leone, il bove, il porco selvagio, e molti cani, et