Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 69
E seben l’attribuiscono ad intemperie e malinconia calda,
nondimeno, /sendo la malinconia e ’l calore e l’aria e ’l cielo,
secondo loro, insensati, senza conoscenza non potriano dare
conoscenze di future cose tanto mirabilmente; né manco se ci
fosse senso esquisito, come scrivemmo noi,\ profetar il Messia
e la novità del secolo, come Cicerone allega di alcune Sibille,
e tante destruttioni di Regni e di Religioni e di Republiche
non si può attribuire a queste passioni de la parte inferiore,
ma di quella divina, alla quale Dio influisce la conoscenza
de i suoi secreti, che le stelle e l’aria non ponno presentire
tanti secoli prima e significare, come altrove scrissi, massime
sendo secreti de la providenza, non delle proviste creature.
7. Tutte quasi le belve han qualche discurso, ma sensitivo,
non mentale, e qualche sagacità profetale e religion naturale
nelle cose appartenenti alla vita mortale solamente, ma non
dell’immortale, altrimenti sprezzeriano il cibo, il coito e se
stessi, e tutta la vita mortale, come fa l’huomo. Onde è gran
segno che all’huomo questa si convenga, perché la natura non
dona una superflua cura et una ansietà continua di quella cosa
che non appartiene a chi la dà. E certo saria infelicissimo l’huomo
vivendo sempre col timor dell’inferno e con l’ambition
del paradiso digiunando, affligendosi, e cercando Dio, et honorandolo,
se non avesse altro bene che quel de le bestie, che
si godeno di questa vita senza tali stimoli.