Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 80
E così l’anima humana, posta nel corpo, si scorda chi la
creò, quel ch’ella fu, e donde venne, come si scorda hora di
quel che fu quando era fanciullo.
E questo Dio vuole, perché non sprezzasse il corpo e l’occidesse
inanti al tempo da lui prescritto, per volar alla sua libertà.
Qui puoi veder che non è huom più infelice di quello che
ama questa vita soverchiamente, e tutto si ingolfa nelli beni
terrestri impuri e brutti.
Et io dissi: Questo è vero, perché vidi molti carcerati nelle
prigioni lungo tempo che li dispiace uscir in libertà, che son
di animo servile, e vile, e non confidan vivere altrove, et in
galera viddi molti galeotti che vogano il remo, e perché son
d’animo basso e non sanno vivere d’altro esercitio, si contentano
di star in galera incatenati, e finito il tempo di lor condanna,
pur si vendono in galera per tanto al mese. Che maraviglia
se l’anima si contenta vogar li remi delle braccia e piedi,
e star serrata tra li nervi e fibre e celabro, et involta in questo
poco lucido spirito animale, che li dà gusto e conoscenza
di qualche cosa, poiché essa non ha gusto di libertà né di
altro sapere?
/Anzi, per l’usanza sua, si crede che il sapere sia vedere per
forami, et ascoltar per finestre, e significar con vento battuto
tra denti, e non può imaginarsi come sentano e significano la
scienza tra loro le stelle, gl’angeli et altre cose sentienti. E
questa è tanto stoltitia, quanto pensar che il vento non si move
perché non ha gambe\.
Mi disse poi in sacra estasi il cherubino intelletto: Mira
bene che voi soli amate le cose impure, poiché non potete
sostener il lume puro del sole, e vi piaceno li colori verdi e
rossi, azurri, che son l’istessa luce imbrattata dalla negrezza
terrena, come nel fumo e nell’iride si vede, dove la luce bianca,