Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 88
Mondo, e questa palla negra da tante palle bianche, questo
regno di morte e di guai dal mezzo dello regno di vita e di
gioia: e che fin mo l’ha per suo gioco lasciato, e per fin da noi
non intesi, perché ogni vostro pensiero è stoltitia, et ogni parola
è biastema.
Ma non è maraviglia che prendeti le voci et i concetti in
luoco dove non vedete le cose come sono, se non la superficie,
e non tutta, e pur alterata dall’aria, dalla luce e dalle tuniche
degl’occhi, e passa per la corpolenza degl’altri sensi
ogni ogetto, e si altera, e sentite solo le spetie de le cose, non
le cose stesse, e quelle alterate, et in parte, non tutte.
Vedi solo tu la faccia di questa carta, e non mai tutta in
ogni suo punto e pelo che la compone, e come fu fatta, e di
quante esistenze fu trasmutata. E l’interno delle cose ignorate,
perché vedete in speculo et ex parte, li continui mutamenti
vostri e delle cose vi sono ignoti, e le parti e particelle, e
quel che furo, e come vennero a questa compositione è più
occulto, e da queste cose poi corporali e mal note trasferite le
voci a Dio et alli enti superiori.Quanto dicete di Dio è biastema,
ma non vi si imputa per l’ignoranza. Quando dite:
Dio si move, Dio parla, Dio sape. Il sapere è del gusto nostro;
il parlare è di chi ha bocca e lingua; il moto è delle cose finite.
Tutto questo è falso darlo a Dio. Ma perché l’intendenza vostra
non può altronde che da voi levarsi a lui, e non sa parlare
se non a suo modo, tal impotenza et il luogo oscuro e la voluntà
non depravata vi scusa, e non vi si imputa a biastema
fin tanto che non entrate in malitia et ignoranza affettata.
Discorri mo con li tuoi silogismi, e vederai esser vero quanto
ti dissi in terra, nonché in cielo.
O meraviglia grande, io dissi allora. Dunque il fine altissimo
di Dio mo vò conietturando, perché diede alla terra questa