Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 58

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fieri più verranno alli costumi loro che a quelli della severità spagnola,
e questi prelati di più saranno dalla sua parte. Deve tener però sempre
capitani a guerra subordinati a quelli.
Di più, i cardinali capi di fazione li deve mandare al Mondo novo
a governare, e in altri luoghi lontani, con intervento del Papa, perché
gioverà assai alle cose sue.
Di più, gli uomini sapienti in religione deve essere il primo a
remunerarli che il papa, e servirsi di loro in cose importanti.
Deve di più in tutti i Consegli supremi mettere due o tre religiosi,
Domenicani, Francescani o altri, per cattivarsi gli ecclesiastici, e fare
che i suoi officiali siano più accorti in non errare, e più reverenti nelle
loro determinazioni.
In tutte le guerre ogni capitano deve avere un consigliero religioso,
perché i soldati revereriano più i precetti loro. E non si tratti
cosa senza la loro saputa, e massime le paghe che si danno a poveri soldati
debbono per mano di religiosi passare, perché la ruina di Spagna
è che paga e non sa a chi, né come, e così sotto gli auspicii religiosi
assicurerà il Papa e l’imperio suo, e meglio dominerà accordando col
fato divino.
Di più, mai deve proponere al Papa uomo indegno di dignità
ecclesiastica, acciò s’avvezzi sempre a darli credito, e li savii con li re
più se la diano.
Sempre anco deve proponere cosa contra infideli, e fare che il Papa
dechiari doversi deponere quelli che impediscono con discordie l’imprese
religiose.
Doveria edificare ospedali e altre stanze pie e collegii curare, in
modo che se ne possa servire la milizia, facendo di quelli seminari di
soldati, e tessitori di vele, e cusitori, e fabbri d’arsenale, e con indulgenze
nutricarli, secondo si dirà appresso.
Tutte le sue imprese le faccia dichiarare giuste da

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