Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 10
con Anassagora, nondimeno delle disposizioni antichissime intender
si deve.
Or se cose sensitive si fanno, esser senzienti gli elementi affermar
lice, e ogni cosa da loro prodotta, come il buon Telesio scrisse,
e Talete Milesio provò dalla calamita; e Ippocrate, nel libro
De’ principii umani, al calor senso e ogni virtù conoscitiva largisce.
E san Clemente Romano introduce san Pietro a dire a Simon
Mago che dove ci è ordine e ragione ci è senso, e perché
ogni pianta, pietra e animale con ordine e ragione son fatti, senso
hanno, e tutte le creature laudano il Creatore, e a lui obediscono,
dice la Sapienza, e David le invita a lodarlo, perché di senso naturale
lo conoscono, sendo intrinseco a tutte, mentre godono dell’essere
e aborrono il non essere, e godono della vita, e la letizia è
testimonianza del lietissimo Iddio, dice san Paolo. Ma per vedere
se son da altri spinte alle opere loro, come forse Anassagora
crede dalla mente, e Avicenna dalla colcodea, e Alessandro dall’intelletto
agente, bisogna vedere che cosa è senso, e come ogni
forma è sensitiva.