Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 12
Dunque il senso non solo è passione, ma si fa insieme con discorso
tanto presto che non si scorge. E quando noi vedemo
quel che abbiamo visto, o un altro simile, subito patiamo il medesimo;
come chi vede una festa, si ricorda d’un’altra e s’allegra,
e chi vede la nave, si ricorda la nausea che pati in mare e vomita
di nuovo. Dunque il senso è passione; e la memoria è senso anticipato
e renovato, e il discorso è senso del simile per altro simile;
e quante sorti di similitudini sono al mondo, o d’essenza, o di qualità,
o d’azione, o di luogo, o di tempo, o d’operazione, o di causa,
o di quantità, o di sito, o di figura, o di colore, tanti sono i discorsi
e sillogismi.
E tutti quelli animali che hanno spirito sciolto dentro le cavità,
hanno memoria e discorso; e non le piante, per essere ottuso. E
già l’anima esser caldo spirito sottile e mobile, atto a patire e sentir
subito come l’aria, nel secondo libro vederemo. Dunque non è
pura potenza come materia, ma è cosa atta a patir d’ogni cosa a lei
dissimile, e non da simili in tutto. Ma la mente, che Dio all’uomo
infonde, non solo ha questo sensitivo discorso e memoria animale,
ma più divino e alto, come poi diremo. Or se il senso è passione,
e tutti gli elementi et elementati patiscono, dunque tutti sentono;
ma spesso l’uomo pate quel che non sente, come in sonno i
morsi di pulci. Dunque il senso è percettione di passione alla
quale, s’è distruttiva e dolorosa, si resiste e contrasta, e, s’è piacevole
e conservativa, si applaude, segue et ama.
CAPITOLO 5
Dall’azioni e passioni degli enti, tutti sentir si prova,
e senza senso il mondo sarebbe caos,
né generazione né corruzione si vederebbe
È tanto nemico il calore al freddo, che l’uno perseguita l’altro a
morte, e quel che non può resistere fugge, e chi si trova circondato