Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 136
quel che l’altro pate. Come li pesci all’acqua, così li spiriti
animali all’aria sono legati, e separati da quella, serrando il naso e
la bocca, si soffocano in acqua o si svaniscono. Dunque l’aria sta
come anima commune che a tutti aiuta e per cui tutti communicano,
come s’accorse Plinio.
Laonde molti sagaci spiriti ardenti subito sentono nell’aria
quel che pensa l’altro uomo, perché il pensare è moto dello spirito,
e questo moto languidamente si communica all’aria, e il moto
languido alli sottili e malinconici arriva, e indovinano pur troppo
e non sanno come. Mentre un parla molli parole, leggermente
fere l’aria, e quello blando moto communica all’altro e lo mitiga;
se parla aspro e forte, quantunque non dica parole ingiuriose,
muove a sdegno, perché lo spirito è mosso dall’aria con moti che
lo sbattono e lacerano; dunque l’aria riceve non solo il moto, ma
l’affetto istesso; altramente non potria communicare.
Piacciono l’asprezze in guerra, perché lo muovono ad ira contro
il nemico e inforzano; le parole blande e composte in chiesa,
perché a pietà l’incitano; le titillanti variamente pungenti un poco
piacciono in atti amorosi, perché eccitano a trastullo. E come
è mossa l’aria, si muove lo spirito, e se tra noi non fossero le voci
instituite a significare, ognun sentiria l’altro nel modo dell’affetto
impresso in aria, come si vede in chi piange o ride o canta, quantunque
sia di nazione strana, conoscersi da noi che pate. Credo
che Dio abbia fatto parlare gli apostoli con gli affetti naturali
e voci prime, che a tutte l’orecchie parevan simili alla lingua loro,
perché ricevean l’affetto delle parole loro infocate di spirito divino
pria che li figuramenti e circolazioni dell’aria distinguessero
nel paziente senso; e così ognuno li sentiva.
Di più, veggiamo noi che quando l’aria è serena e pura, noi
stiamo allegri e giocondi; quando è turbata e scura, mesti e malinconici;
quando è troppo calda, iracondi e fastidiosi; quando è
fredda, uniti e retirati; quando è grossa, sonnolenti con poco senso;
quando è sottile, acuti e svegliati; quando è ventosa, ci ritiriamo