Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 141
Ma di questi esempi io assai ne vidi. Dunque è verisimile che
l’aria affetta di quella passione, sendo serena, non disturbata da
venti e pioggie, ben communica li moti com’ella li riceve. Così
spesso cose insolite vedo in sogno, e la mattina si verificano, perché
chi negozia di farle per parole e per atti communica all’aria serena,
e quella a noi, e tanto più quando ci pensiamo. Però chi maneggia
un negozio o un’arte, più facilmente riceve le passioni aeree
che di quello si fanno; onde i principi le carestie e le guerre antiveggono,
li marinari le tempeste, li scolari le minaccie del maestro.
Un amico mio e del vino, mezzo vigilante, sognò che si spargeva
il vino lontano cento passi; andò e trovò la botte aperta e il
vino in terra tutto a sei ore di notte. Don Lelio Orsino si sognò
che un paggio da lui amato cascava da cavallo, si rigava la faccia
di sangue e moria; e poi il dì seguente disse a quel paggio che cavalcasse
avvedutamente (ch’erano in viaggio); nondimeno cascò,
si rigò la faccia e morio nel medesimo modo che il previde. Del
che non si può dire come l’aria sapesse quel che ordinato da Dio
era, se non che o gli angeli o i demonii che l’avevano da fare avvisaro
in sogno, o l’aria stessa, poich’esso l’amava tanto; che, sebbene
non fu negoziato, altre fiate uomini furo così uccisi; e tutte
quelle passioni restano sopite nell’aria, come in noi quando non
ci pensiamo, ma a chi pensa quelle si communicano, e le pare vedere
nella cosa amata, e però spesso si vedono con bugia e raro
con verità.
Ma qui si può dire anco che tutte cose future sono nelle cause
loro, come la morte di chi corre al precipizio non visto, e in quel
corso nota a chi da alto il vede correre; e così le stelle, dalle quali
tutti calori e moti e passioni qui basso si fanno, ordinano quello
che ha da essere, secondo la legge imposta a loro; et esse scaldando
e movendo fecero che il giovane s’invaghisse del cavalcare,
e il cavallo si fastidiasse e lo gettasse, a tempo del fastidio, in quel
luogo di pietre, noto per la misura del viaggio, e di tanta e tal passione
che insino a quel luogo e tempo doveva mostrar quell’effetto.
E perché ogni cosa che ha da essere si preparò nelle cause da