Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 161
cime spandendosi, e la zucca si ritira e impicciolisce. Talché han pure
odorato per li pori, ammettendo l’esalazione: ma ogni senso è
tatto, e chi ha questo non si può insensato dire.
Nei legni secchi pure si vede senso, debole perché non si manifesta
se non con la generazione di vermi, ché il calore attivo,
nunqua d’agere scordato, agita e avviva qualche particella disposta.
Ma nel Friuli per gelata grande si seccano l’ulive, e poi si son
visti rampollare i tronchi secchi, il che Virgilio dice pure esser stato
nel suo tempo e di ciò s’ammira. Ma il legno della palma,
pòstale sopra qualche peso, piglia dolore e s’alza in su inarcandosi
contra il peso noioso.
Di più, ogni legno inarcato a forza, lasciato a sé torna nella sua
positura: dunque sente la contraria positura nemica come l’animale,
e la schiva, perché se insensata fusse, si resterìa com’è lasciata.
E il legno al fuoco strilla e piagne manifestamente, perché è disfatto;
e le foglie di lauro sfuggono il fuoco, e resistono inarcandosi
contra il calore che le sface, come un serpe. Ma l’eliotropia, che
sempre guarda il sole e volge le chiome da levante a ponente con
lui, e la notte gira insieme, la mattina in levante è volta. E di questa
eliotropia sono più sorte: altre basse che hanno il fior lungo, altre
alte che fanno il fiore, come il sole, solo. E una tal erba esce nell’Eufrate
la mattina dall’acque, e si va alzando col sole sino a mezzo
giorno, e poi calando fino a sera, e la notte sta sotto acqua. Certo
questi sono mirabili segni del consenso delle cose tutte con tutte.
Lascio i lupini e l’ulivo che, fin che il sole arriva in Cancro,
sempre volgono le cime verso settentrione, e partendo il sole verso
Austro, anch’elle ad Austro le cime volgono. Si può dire che
questi effetti vengono che il sole tira da’ nervi loro il vapore per
diritto in fuori, onde sempre verso sé quest’erbe fa guardare. Ma
senza particolar senso questo non saria, poiché li finocchi, di nervi
evidenti e diritti dotati, così non si volgono; e quelle erbe girano
seguendo il moto della longitudine e queste della latitudine del