Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 175
medesimo fanno nel fascio. Le fan caminare con la calamita
mossa, et elle infette di ferro. <Ti fan pigliar una carta dal mazzo
senza vederla e poi ricevutala da te la rimetono e imbischian,
ma quella che tu li dai la mettono per contrario dall’altre>. Ti fan
vedere in specchio l’imagine di chi tu vuoi, et essi, nella manica o
di retro, tengono l’imagine e dicono: - Mira bene. Tu stai fisso allo
specchio et essi presentano l’imagine e tu stupisci.
Si fanno una gamba di paglia e la loro nascondono sotto la sedia,
e si fan tirare lo stivale di quella gamba posticcia, e si distacca
da loro con sangue che ci pongono in un budello, e tu tremi di
stupore, e poi si ascondono (ché ciò fanno di sera al lume in luogo
commodo) e mostran la gamba vera. Mettono un augelletto
con vischio ai piedi in un ramo e andarai con loro al giardino, e
dicono: - Commando a quell’augello che non si mova; e mandano
un discepolo che lo pigli con tutto il ramo, e poi subito lo liberano
perché non t’accorgi.
Si mettono fra la palpebra e l’occhio un chiodo di piombo, simile
ad un altro che si ficcano in bocca, e poi fingono cavare quello
dall’occhio medesimo. E le ballotte ascondono tra le dita, e di
una mano all’altra dicono che passaro. Le zagarelle fra le gingiva,
perché sono di seta, molte ascondono, e fingono che per lo naso
là andaro. Passano un filo per il naso alla bocca che è bene forato
e può farsi d’ognuno. Portano un legno grande con li denti
inferiori, e può essere. E la spada al petto sopra il mucrone accomodano,
che pare fitta dentro. Si passano il braccio con un coltello
falso, che di mezzo non ha se non un filo di ferro che tiene
dall’altra banda. Fanno salti mirabili, per l’uso da fanciulli appreso,
ché l’ossa e nervi pieghevoli hanno, e li spiriti sciolti e poca carne.
Caminando in terra sopra un legno s’avvezzano sempre più in
alto caminare, tanto che van sopra la corda facilmente, piegandosi
sempre nell’altra parte sopra lo stesso piede che tocca la corda,
perché la mole del corpo non li trabocchi dove alzano l’altro piè;