Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 181
aceto, perché l’aceto stringe, ma essendo poco eccita lo spirito
dilatato dall’acqua calda, e li dona vigore a scacciar fuori il maligno
cibo.
Noto anche che le cose che odore e sapore di collera hanno sono
atte a purgar la collera per similitudine, come il reubarbaro e
reupontico; ma, in cibo dati, sono perverse e collera fanno, e così
le cose che presto diventano amare, come li pomi appii, e miele,
e altre cose dolci, ché tra il dolce e amaro non ci è grado, come
Aristotile pensa; ma il dolce mordente, come li vini del Friuli, che
all’agro tirano, sono utili e sani. Per cibo è buono il contrario, per
medicina il simile; il medesimo penso degli altri umori, e de’ simili
e contrarii loro. Il corrosivo veneno interno non si può per attrazione
cavare, perché è tenace, se non per il vomito. Sono pur altri
veneni di fuori che han dell’untuoso, come quel del serpente, che
tanto calore tiene che converte a sé l’umor della carne toccata, e
l’attenua e gonfia e ogni fera che morde e ha tenue e ardente umore
fa questo effetto, come l’ape e il ragno; e questo avviene ché il
veleno si trova in luogo nemico e si ritira, accende e rinforza, e
converte in sé quel che gli s’accosta. Però il vero rimedio è ponere
nel luogo della morsura la testa dell’animale medesimo o d’altro
simile, perché esso più volentieri torna al simile suo che non
sta con il contrario; e già come il serpe è all’uomo venenoso, così
è l’uomo al serpe, che solo con lo sputo gli fa male e l’uccide, massime
quando è digiuno e ha la propria qualità in bocca, non quella
del cibo.
Legare che non passi oltre, e confortare li spiriti con odori, e il
cuore e l’altre viscere, perché penetrando dentro il veneno le trovi
vigorose a contrastarli, è rimedio ragionevole. Ma la teriaca, che
tira a sé il veneno per la carne del tiro, e lo scaccia per gli altri
ingredienti, è mirabile. E qui si vede che tutte le cose alterate e trasmutate
pur ritengono del senso e qualità nativa, e tutti sciroppi e
medicine di ciò fan fede; e contra li veneni che per esalazione respirata
o ascesa al cerebro o per li pori della carne entrano, il primo
soccorso è necessario allo spirito con odori piacevoli e nutritivi,