Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 202
Però gli animali sonnolenti, come il ghiro e il tasso, hanno
virtù d’inducer sonno mangiando e usandoli, ma più se si mangia
il cerebro e il core, perché in questi vi sta parte spiritosa, ché furono
stanza delli spiriti, onde reconciliano in noi quella passione
che essi hanno, già che si è visto che la ritengono, se non possente
come il rabbioso umore del cane e della tarantola, almeno tale
che, in più volte magnato, ci tira al suo naturale. Gli animali vigilanti,
come la gru, la civetta, il gallo e il cane, donano vigilanza,
magnando le viscere o portandone sopra; et è ragionevole, perché
il diaspro, con la sua similitudine che ha col sangue, lo fa stagnare,
e la transpirazione e respirazione e affetto dell’uomo che ha
con quella cosa, fa communicare la passione sua.
Dunque, magnando carne di leoni, di lupi e orsi, e più le viscere,
fan l’uomo forte e coraggioso. Dell’ossa la midolla si lauda;
e Omero dice che Achille fu così nutrito e diventò da giovanetto
il più bravo e valente della Grecia; e così Virgilio narra della
vergine Camilla. All’incontro, gli animali timidi, come il lepre
e il cervo, fan l’uomo timido e fugace; gli astuti, come la scimia, la
volpe, il corvo, l’ape, la iena, il polpo, a astuzia riconciliano. Li stolidi,
come l’asino, il fagiano, le galline, fanno ignoranti; quelli che
parlano la notte, come l’usignuolo, la civetta, fan parlare di notte.
Li libidinosi, come il porco, la colomba, il passero, lussuria ingenerano;
li smemorati, come lo struzzo, le mosche, tolgono la memoria.
Così giudica delli altri che inducono le loro passioni, e che
come li caldi scaldano, gli umidi umettano, i secchi disseccano, i
freschi rinfrescano, così inducono l’altre passioni. Dunque, i vecchi
invecchiano, i giovani ingioveniscono, i crudeli incrudeliscono,
i velenosi avvelenano, i rabbiosi arrabbiano.
Di più, stimo che ogni membro d’animale giovi al nostro simile
membro; però a rinforzar li nervi è buona la parte loro nervosa bene
macerata e tritata, e all’ossa la midolla degli ossi loro, alla carne
la carne, al fegato il fegato, alla milza la milza; ma non è bene
nutrire assai la nostra milza, però cose contrarie se gli conviene.