Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 210
l’imaginativa; e lo può, inducendo con l’aria quei moti allo
spirito che fanno tali apparenze. Ma infinite prove sono che vadano
anco in corpo in proprio senso, e li diavoli fan loro vedere
assai cose; ma come entrino et escano dalle case senza aprirle non
l’intendo. Ponno andare da vero anco dormendo, poiché molti caminano
dormendo e fanno molte azioni e tornano a letto. Dicono
che l’imaginante spirito le guidi, è vero; ma non può essere senza
communicanza dell’aria, spirito comune, che le guida a certo viaggio
senza errare.
Molte cose avvengono dall’astuzia, e paiono di demonii o di angeli.
Nel Friuli, fra’ Rocco, vedendo un monaco che ogni notte andava
a far orazione ad una statua di san Domenico, egli levò la statua
dall’altare, e si vestì di quel modo, con la disciplina in mano.
Andò il monaco, e pregava. Fra’ Rocco moveva la disciplina poco,
però quasi minacciandolo. Quello cominciò a temere, et egli si mosse; il
monaco fugge, Rocco segue; il monaco cade smorto; Rocco tornò
la statua al suo luogo, andò con gli altri monaci, e lo presero, né potè
mai parlare quel meschino. Tutto si fè bianco, ché il calore tornò in
dentro, e si debilitò, e s’imbianchì il pelo, e morìo senza voce tra pochi
giorni. Io poi seppi il vero da un amico di Rocco. E il medesimo
accadé appunto in Placanica ad un servo, a cui, andando al
molino la mattina, l’altro servo travestito fè paura.
Dunque bisogna distinguere il vero dal falso e notare la forza
degli affetti, che ogni cosa si fa quel che pensa fortemente, come
sopra è detto e mo si dirà.
CAPITOLO 16
I suoni e le parole, in quanto moti e in quanto segni,
avere forza magica, stupenda e certa
Lo spirito, di natura mobile, gode del moto come di sua operazione
per la quale si serba nel suo essere, si purga, attenua, diffonde,