Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 220
Dunque, si dovria provedere in republica, come avverte Ocello
pitagorico, che non secondo la dote si facciano i matrimoni,
ma secondo il valore, e accoppiar valente donna con valente uomo,
e farli mirare in statue e pitture d’uomini illustrissimi in arme
e lettere, e innamorarli di quelli, e aspettare il tempo quando benigne
stelle siano nell’ascendente e nel mezzo cielo, e li pianeti si
guardino con buoni aspetti fra loro e con le fisse stelle, e siano in
dignità perché molto dispongono e aiutano alla nobiltà della prole.
E far che tutti usino la generazione nella mancanza de’ menstrui,
che sia netto l’utero e non ammorbi il seme col menstruo, e
dopo la mezzanotte, fatta la digestione, perché è cresciuto il seme,
e non fa danno al generante disturbando lo spirito dalla nutrizione
e scemandolo.
Ben si provvede che li sacerdoti non generino, perché chi attende
alla contemplazione è debole di spiriti, e nel coito non escono
dalla testa, perché sono pochi e stanno cogitando, ma dalli testicoli;
e fanno uomini grossi di materia e d’ingegno, come fè Socrate,
Cicerone, Samuele et Eli. Ma gli uomini grossi non pensano
ad altro, e mandano tutto lo spirito e seme al cunno, e quello
è più vigoroso, uscendo dalla testa, che quello de’ savii dai testicoli;
e, se pur la testa ne manda, sono deboli e impotenti al gran
lavoro. Ma a questi si converria raro coito con donne spiritose,
forti, alquanto grasse, che quel seme e spirito buono riceveriano
e avvivariano e moltiplicariano bene.