Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 4
gli animali dentro a loro come i vermi dentro il ventre umano, che
ignorano il senso dell’uomo, perché è sproporzionato alla loro conoscenza
picciola.
CAPITOLO 2
Nullo argomento militare contro la prima proposizione
Ma dicono: il sole non è animale né pianta, e fa animali e piante;
et è sottile e mobile e bianco, e pur indura e addensa il luto, e
immobilita, e annegrisce gli Etiopi sotto il Cancro e Capricorno
dove più dimora; e il fuoco riscalda, e la fredda neve scalda la mano
e ingrassa la terra; e il salnitro caldo le bevande affredda; e la
paura, non fredda, affredda l’uomo; e il vivo dà morte all’altro vivo;
e molti simili producono li dissimili; e ogni cosa si fa di quello
ch’essa non è. Dunque di cose non senzienti le sensitive nascer
ponno.
Rispondo che le cose che tra cielo e terra si fanno ciò che hanno
ricevono da questi due elementi. Però l’animale non è sole, ma
terra in cui il sole, operando, spirito produsse fra durezze, di cui
esalar non potendo organizzò la mole e fece atta alla vita loro, come
si dirà poi. Talché la pianta e l’animale hanno spirito, calore,
sottilezza e moto dal sole, e materia dalla terra con l’arte del senso
solare figurata; ma non hanno cosa, però, che non sia nelle cause,
benché non in quel modo ch’è nelle cause.
Questo modo vario nasce dalla mistura e castigo che l’un contrario
riceve dall’altro per l’avversità delle azioni delle quali Iddio
benedetto dotò le cause agenti, perché instrumenti fossero di
stampar nella materia varii modelli della prima Idea, perché si mostri
in ogni cosa la bontà di quello. Il che non intende il sole, forse,
né la terra; ma quello sole è fuoco e questa terra fa mole, e così si
debilitano, e fan le cose miste con le figure della prima Idea, di cui