Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 5
instrumenti sono e suggelli primi. Ma il senso non è un modello
di esistenza come sono l’altre figure, ma cosa essenziale di ogni attivo
valore; il che appresso vedremo. Però il sole sentire, e la terra,
è necessario. Similmente il sole non indura il luto producendo durezza
e siccità, ma scoprendo la durezza terrena che stava sotto la
mollezza dell’acqua nascosta e mista, poiché di terra dura per sé,
e di acqua molle, composto è il luto; e il fuoco, agendo, prima converte
in fumo e aria, e poi in cielo, l’acqua a sé più simile e manco
resistente all’azion sua, onde la terra resta sola con la siccità
propria, la quale pur gran fuoco può liquefare, e fumo produrre,
come nelle fornaci si vede, e nelle miniere di sale e di metalli.
Che il sole caldo sia altrove, contra Aristotile, abbiamo dimostrato,
e però produce fuoco conforme e, come dicono, univoco
col fuoco commune; ma dove è debole produce meno. Al medesimo
modo, togliendo la parte mobile, resta immota quella che
il moto participava. E così annegrisce, non negrezza producendo,
ma manifestando la negrezza materiale, che sotto la bianchezza
delle parti sottili calde era nascosta. Se questa carta brugerai ch’è
bianca, vedrai la vampa bianca essalare, la quale è la parte tenue
della carta, e restare la materia nera grossa. Ma se il fuoco più age,
la fa vetro; e se più, aria tenue e bianca, quantunque ogni materia
inerte essere, e però nera, in Filosofia abbiamo provato, di negrezza
inerte e non attiva come quella del freddo.
Ma da questi argomenti si vede che nel luto e nel carbone non
ci è cosa che non sia o nel sole, o nella terra, o nella materia, et è mestiero
mirare l’azion fatta dal sole, ch’è sempre sottilezza e bianchezza,
quando è finita, ché molte nubi ancora son nere, e non la
facienda, che rimane priva di quella. Ma nelle cose similari egli
sempre imbianchisce e attenua e move, benché sian poche in numero;
ma si mira il fatto in tutte non lo faciendo.
La neve non scalda la mano, ma esso calor nativo dell’uomo,
sentendo il freddo che guasta il suo albergo, s’unisce, cresce et