Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 64
Ma qui si vede l’altissima providenza del Creatore, che alle
parti dove il senso esquisito noceva, l’ha dato poco, come all’ossa
che sostengono tutta la macchina, e a’ peli e unghie e carne che la
defendono, e alla coticella estrema, e dotò tutto il corio e nervi di
senso tanto subitaneo per le necessità sentire, e ridusse il senso
esquisito a certe parti, dove solo è bisogno, e l’aria e i venti passibili
dotò di fugacità e moto per ischifar gl’incontri, e le pietre di
durezza, e le piante di veste necessaria, non potendo fuggire.
CAPITOLO 14
Posizione de’ Peripatetici intorno al senso e sensazione
Non vogliono ancora i Peripatetici che ogni senso sia tatto, ma solo
il gusto confessano forzatamente, e dicono esser cinque i sensi
esteriori, e convenir solo all’animale per quelli sentire, e il dimostrano
dagli oggetti diversi, perché l’occhio solo i colori scorge,
l’orecchio il suono, il naso gli odori, il gusto i sapori, e il tatto le
qualità tangibili, né può l’un senso quel che l’altro sente sentire:
son dunque diverse cose. E si prova, anco, perché stanno in diverse
parti organiche affisse, e informa ogni senso il suo sensorio,
come l’anima informa tutto il corpo, talché diverse forme parziali
pongono.
Da poi, dice Aristotile che, trovandosi il senso degli occhi ogni
color sentire, bisogna che sia egli senza alcun colore, e così ogni
soggetto senso privo bisogna che sia delli oggetti; altramente non
potrebbe sentirli, ché quel che è dentro proibisce lo strano, e sono
come la cera, che ha da ricevere le figure, che da sé nulla figura bisogna
che abbia. Indi afferma il senso esser pura potenza passiva,
e non atto di nulla maniera, e che sia materia, poiché la materia da
sé è informe per ricevere ogni forma, et è pura potenza, atta a formarsi
di sostanza, qualità e quantità, perché ella non è che, né quale,
né quanta; d’onde cava, poi, ogni sensitiva virtù esser incorporea,
perché sente i corpi, e farsi il senso per informazione, ché le
spezie e forme degli oggetti arrivano a dette potenze e le informano;
e questo è il sentire, perché nulla cosa sentir si può se a quella