Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 132
Esamina secondo la natura di quel che si crede
sopranaturalmente per fondamento delle leggi
in ogni natione, e che la christiana avanza
tutte di schiettezza, di pietà,
di ragione, e d’utilità
e rationalità.
Cap. XI
Quanto alla credenza della sopranaturale verità, esaminando
trovai che la christiana patisce qualche difficoltà più che l’hebraica
e forse la turcha, perché revela misterii difficili, che
senza gratia non li puoi credere, e se non hai una metafisica
perfetta, non quella pedantesca d’Aristotele, ti paion impossibili;
e così li hebrei stanno duri, e li turchi, contro li christiani.
Perché è naturalissimo in ogni bona filosofia credere che
Dio sia uno, semplicissimo, eterno, creatore del tutto e governatore.
Ma che questo uno sia anche trino, è tenuto per mendacio
da turchi e da hebrei, e schernito da Macometto come
impossibile, e li filosofi applaudeno più a loro. Io bene esaminando
trovo qualche distintione tra Dio e la sua ragione
et arte con la quale fece il Mondo e lo regge, e che dovendo il
Mondo ricuperare relassato e perduto nelle credenze false, senza
dubio dal diavolo introdotte, era conveniente che s’incarnasse
questa ragione. E qui fu scoverta la distintion personale del
padre e del Figlio, e poi nella venuta dello spirito santo si conobe
la sua distintion, che per modo d’amor tra loro procede,
come Christo havea avvisato e vidi, sottilmente cercando,
che ogni cosa, benché semplice come il calore, si compone o
integra di potere, di sapere e di amore, e che lo essere è potenza,
sapienza et amore, e che tanto è una cosa quanto può, sa et
ama essere: e quando più non può o non sa o non ama essere,