Tommaso Campanella, La Città del Sole, p. 17

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e perché tutti metteno mano alli servizi, mai non si trova che
manchi cosa alcuna. Son vecchi savi soprastanti a chi cucina e
alli refettori, e stimano assai la nettezza nelle strade, nelle
stanze e nelli vasi e nelle vestimenta e nella persona.
Vesteno dentro camisa bianca di lino, poi un vestito, ch’è
giubbone e calza insieme, senza pieghe e spaccato per mezzo,
dal lato e di sotto, e poi imbottonato. E arriva la calza insino
al tallone, a cui si pone un pedale grande come un bolzacchino,
e la scarpa sopra. E son ben attillate, che quando si spogliano
la sopraveste, si scerneno tutte le fattezze della persona.
Si mutano le vesti quattro volte varie, quando il Sole
entra in Cancro e Capricorno, Ariete e Libra. E, secondo la
complessione e procerità, sta al Medico di distribuirle col
Vestiario di ciascun girone. Ed è cosa mirabile che in un
punto hanno quante vesti vogliono, grosse, sottili, secondo il
tempo. Veston tutti di bianco, e ogni mese si lavan le vesti
con sapone, o bucato quelle di tela.

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