Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 185
[LIBRO PRIMO]
[DISCORSO PRIMO]
Perché Dio creò il mondo.
Dice adunque il mio discorso, dal senno e dalla credenza
guidato, che il primo Ente potentissimo sapientissimo
et ottimo, doppo (se avanti e doppo in Lui si trovasse)
infinite glorie et piaceri nell’immensa spatiosità della
sua divinità goduti, di voglia nuova s'appiglia alle cose
fuor dell’infinito producibili (ma antica dentro all’infinità):
di fabricare cioè alcune statue et imagini
rappresentative di tanto suo bene, nelle quali
noi l’andiamo contemplando et ammirando et laudando.
Li quali anchora siamo di lui statua et imagine, perché
altro non ci era fuor di lui che 'l potesse ammirare: ma
la sua fattura, essendo viva, in sé lui mira et da sé a
lui sermonta, il qual sa perché può, et vuole perché sa