Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 251
[LIBRO SECONDO]
[DISCORSO PRIMO]
Del mare.
Il mare commandò Dio che prima nascesse, perché,
essalando il calore in sù a spiegar il cielo con le parti tenui,
ne seguivano le manco tenui, sudando essa terra in abondanza
per esser di tanto calore appresa, et quel sudore le
rimaneva addosso, perché andar sù non poteva per la sua
grossezza; et adivenne che di lui ne fosse tanta copia, che
cinge la terra meridiana per tutto, et la divide poi sagliendo
verso settentrione in due emisferi, et si profonda dentro a lei
fin a più di cento passi nella maggior profondezza. Imperoché
è più copia di calor moderato che di robusto
dentro la terra, et però più acqua - che di quello è fatta -
che altre cose si fanno, benché nel principio il fortissimo
calore habbia fatto tanto gran machina d'ethera. Doppo
a quelle parti, dove la terra era scema, corsero l’acque liquide,
et non si potevano sostenere. Et le pietre dure - de