Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 365
d'appoggiar la sua machina grave, e però in terra ferma l’un piè
mentre alza l’altro. Essendo lo spirito senza mole, si move come il
vento senza appoggiarsi. Et è falso che in moto i venti s'appoggino,
perché de' piani e marine più soffiano. E l’huomo non può mover
la barca se non s'appoggia in terra, non perché la terra immobile
li dia il moto, come si dice, al barcaiolo et cielo, ma perché spingendo
con le mani avanti la barca è misteri che egli appoggi la
mole del suo corpo altrove; e si l’appoggia nella barca, viene co'
piedi a spingerla in dietro e con la mano avanti, e così sendo le forze
equali a vie opposte non si fa moto. Ma se fusse una colomba,
che s'appoggia all’aere, possente a trahere la barca, attaccandosi al
albore la moverebbe, sensa fermarse in cosa immobile.
v. Non entra il cibo nel ventre per la destra et esce per la
sinistra nella prima parte del budello detta duodeno, perché la
pendenza sua sin al digiuno è di 12 dita lunga. Questo budello è
detto ileo.
x. Questo è il colo, il diverticolo è detto il cieco, fatto come
un ventricello per sequestrarvi la feccia.
y. Non son diverse facoltà l’attratrice, contentrice
e espultrice, come Galeno scrive, ma atti d'un medesimo
spirito con diversi stromenti, o diversamente fatti, per la conservazione.
z. La fame desidera il sodo per empire et il caldo per allargare,
sendo la costrittion senso di freddo. Nondimeno spesso i
cibi freddi si desiderano dopo presi i caldi, che han già dilatato il
ventre, e dopo febre e fatighe.