Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 125

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CAPITOLO XIV
LA POTESTÀ APOSTOLICA NON TOGLIE LI REGNI DE
PRENCIPI, MA GLI UNISCE, E REGGE, E TUTTE LE
POTESTÀ LAICHE ANCORA HAVER CHRISTO
INSTITUITE, E RIFORMATE, E DATO LORO CAPO, ET
COME PENDONO DA QUELLO NON DALLA REPUBBLICA
PRINCIPALMENTE, E DELLA COMMUNITÀ DE BENI
Dicono li medesimi theologi che l’authorità e virtù della spada
dell’imperatore, e d’altri prencipi e regi non penda da Dio per via de
ius divino immediatamente, come quella del papa, ma mediante il
ius naturae, e che immediatamente dependa dalla republica, la quale
ha da Dio naturalmente la potestà di reggersi, e questa ella transferisce
al suo prencipe per via d’elettione, o poi li dona la successione
per li posteri, secondo prima ha piaciuto a ciascuna natione: ma
hoggi non si può tor da prencipi tale authorità, se non quando sono
tiranni. Ponno ancora per compra, o per giusta guerra occupare altro
regno, ma in nulla cosa dependono dal papa, se non quando deviano
dalla via celeste ponno essere corretti, né da loro al papa si può
appellare. Anzi vuole Covarruvia che nelli temporali il papa pende
dal re, e spesso tira allo spirituale, come Aron da Mosè. E che queste
sono dignità disgiunte, e che per privilegio de secolari hanno i clerici
qualche dominio, et il Pseudo Theologo l’essention del tributo e
del foro, che così li par che dice San Thomasso, et che li primi imperatori
han dichiarato, e che l’imperio secolare inanti a Christo era
fondato.
Contro tutte queste openioni si è dimostrato sopra che il regno
del Messiaè uno, et ha un solo capo signor del tutto in temporale e

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