Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 242
Però dico che il Re deve sforzarsi di fare che l’Imperatore o il fratel
Massimiliano col Transilvano s’uniscano o col Moscovito e
polono a danni del Turco, facendo l’Imperatore patti con i protestanti
e con le città libere e con Baviera d’acquistare ogni cosa per
l’imperio, e poi nel fare della guerra l’Imperatore deve accattivarsi
tutti i capi delle terre e li capitani delli soldati che elle mandano, e
aggrandirli di titoli e feudi dove pigliano, in modo che più
all’imperatore che alla patria obbediscano, come fece Cesare
accattivandosi l’esercito romano contra Roma stessa.
Ma questo non lo può fare se non un austriaco bellicoso e prudente,
il quale, dopo vinto con il Turco, volti con prestezza l’armi a
domare la Germania con parte aggionta di Spagnoli o d’Italiani. Il che
non facendosi, il re può patire.
Deve di più procurare ad ogni modo d’esser eletto Imperatore, e
di trasferire le giuridizioni dell’elezione in persone amiche, come del
duca di Baviera o dell’Arciduca, ut supra; altrimenti se il re di Francia
sarà eletto egli può patire gran contrasto alle cose sue. Ma in che
modo può ridurre i protestanti a fare l’elezione in persona sua, io lo
dirò a bocca, che la penna non comporta tanto.
Quando il re pretendesse occupare Germania, è necessario
essere eletto imperatore, e passare in Ongheria sotto specie d’andare
contra il Turco, e con questa occasione poi alla sprovvista umiliare i
protestanti e le città imperiali, con gran prestezza, inanti che si possino
unire, come fe’ Carlo V. E poi fare colonie e leggi nove e officiali italiani
o siciliani, ché non comporta il clima li Spagnoli, che altro rimedio
non c’è.
Di Sassonia vecchia e Westfalia e altri paesi non c’è da temere. Ma le
cose d’Ongheria vogliono grande aiuto, perché se viene presa sino al
Friuli se ne arriva subito il Turco, al che per ovviare io dirò parlando del
Turco: basta adesso dire che disunire i nemici di Germania e