Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 260
il re fatto con elezione non attende ad acquistare, ma a godersi l’acquistato,
poiché sa che non resta ai figli il regno, onde non vuol mettersi
a pericolo per altri. E però mai acquista l’Imperatore di Germania
né anco il re di Polonia, se non qualche re bellicoso, come fu Stefano
e Sigismondo Battori, li quali, con speranza di lasciare successori i
loro, hanno combattuto per l’acquisto di Prussia e d’altri paesi contro
il Moscovito e Tartari. E questa è arte per aggrandirsi in guerra, e poi
domare la patria con l’autorità della vittoria e de soldati beneficiati da
sé, come io dissi che dovea fare l’Imperatore di Germania secondo
l’arte di Giulio Cesare, la qual arte essendo scoperta da Francesi, poi
perderebbono ogni modo d’acquistare per tal sospicione. Onde i
signori veneziani non mandano i loro dogi a guerra per tal paura, e si
servono di capitani forastieri con poco acquisto e con più paura, come
fu pericoloso il Carmagnola e Ludovico Orsino per loro. E Francesco
Sforza così s’insignorì di Milano, tornando a casa con la vittoria, e di
capitano mercenario facendosi signore. E i Romani per tal causa aborriro
i regi Tarquini, per elezione fatti sin a quel tempo, ecc., e il Duca
d’Atene, eletto in Fiorenza signore, rovinò. Dunque, ecc.