Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 174
così l’uomo in questo sito dove è posto, sì che «militia esser vita hominis
super terram», finché torna a Dio suo principio.
Ma gl’Achitofellisti, che mirano riversatamente al ben della parte più che
del tutto, ogni cosa indrizzando al proprio utile, imbriacano i prencipi di questo
amore solo di se stessi, e li cecano, in modo che quando sentono che alcuno
dice o fa cosa bona, non subito utile al proprio stato com’è il commune,
vanno in ira implacabile più che non va l’innamorato, quando gli è avvisato
che altri ama o pretende il suo amato oggetto, che per sua natura finita è
disleale, non è sufficiente a più d’un amante, né fedele a quell’uno, e, o vera o
falsa sia la suspicione, fa a sé di mosca cavallo, e se la vorranno levar da
gl’occhi e dal core, e come dice S. Giovanni Crisostomo: «Irati reges facile
sedantur (?) quacumque ex causa: illa autem ira inestinguibilis est quam regni
zelus accendit». Ma quando sentono che altri ama Dio oggetto commune a
loro, non vanno in ira, perché Dio è oggetto infinito sufficientissimo e lealissimo
a tutti l’amanti: però se il principe non ama lo stato per Dio intrinsicamente,
ma solo sel finge, o li pare amarlo per Dio, mai non si può sbrigare
dall’insidie de statisti, e questo avviene di raro, perché rari son quelli che non
anteponeno se stessi allo stato e a Dio, almeno interpretativamente, con modo
nascosto a loro stessi.
Quinci è che accusato Isaia che predicasse contro il regno per dissiparlo,
mentre predicava contro i peccati che dissipavano il regno, vien segato per
mezzo dal re Manasse. Ieremia, predicando la ruina imminente de Caldei
flagelli di Dio contra li peccati di Gerosolima, è posto intra la fossa, «quia fugit
ad Chaldeos»; Michea, profetando il mal successo al re idolatra se non si
convertiva, è calunniato e carcerato per opera di Sedecias, profeta macchiavellistico;
Daniel è posto nel lago de leoni, perché mostra la falsità de gl’idoli,
accusato da satrapi statisti; Paolo e Sila son carcerati «quia seducunt
orbem», mentre l’adottrinano divinamente; Stefano è lapidato «quia loquitur
contra templum et Moisen», mentre dichiara i misteri del tempio di
Mosè compirsi in Cristo; Pietro e Paolo come contrarii alli dei e allo stato di
Nerone, mentre miglioravano il mondo e lo stato, provandolo con evidenti