Tommaso Campanella, Aforismi politici, p. 110
del compagno che della propria fortuna. Ma quando perderebbe
un uomo dieci ducati et il compagno ne guadagnerebbe
cento, deve più stimare il guadagno suo che la perdita
propria, perché può ricompensare sé e la republica di
quel più. Ma non osservandosi questi ordini, tutte le republiche
periscono, e chi più l’osserva, con più ragion camina,
e chi manco, con più caso. Onde perdere si deve poco in
sé del ben d’animo, di corpo e di fortuna, per acquistare
assai nel amico; altrimente non amicizia, ma interesse regna
nella republica.
Concordia et benevolentia civium.
61. D’acquistare e governare e mantenere gl’imperii sono
tre instromenti: la lingua, la spada et il tesoro.
Studium, eloquentia, persuasio. Disciplina, militaris vis.
Ars parandi pecuniam, commoditas.
62. La lingua è instromento della religione e della prudenza,
cioè delli beni dell’animo. La spada è strumento del
corpo e della fortuna. Li denari sono strumenti secondarii
del corpo che all’industria soggiace, ma gli veri strumenti
sono la lingua e la spada sola, et ambo forti.
63. Coloro i quali usano solo la spada, fondano in essa
la possanza, presto acquistano e presto perdono, come il
Tamerlano, Attila, Brenno e per il più i Settentrionali.
Coloro i quali della lingua si servono solamente, acquistano
l’imperio degl’animi presto et a poco a poco fondano
imperio politico, ma però perdono la vita per la verità
che predicano, e li successori poi fondano lo stato;
così facevano i Profeti e molti santi predicatori nei regni
d’infideli, et oggi nel Giappone i Gesuiti con la lingua
acquistano l’animi, e poi sarà facile fondare l’imperio Spagnuolo
in quel paese, sottoponendo i Signori alla monarchia