Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 160
Appendice
Perché si ignora la causa et origine di tanti mali che sono nel
Mondo, altri negaro Dio, parendo loro inconveniente che, sendo
Dio sommo bene, faccia o permetta tanto male, come fè
Epicuro; altri la providenza nelle cose inferiori, come Aristotele
et Averroè. Altri posero dui Dei, come Manicheo e Simon
Mago; altri più empiamente dissero che il medesimo Dio fa il
male e bene, e sia causa efficace in noi di peccare come di ben
fare, et in noi non esserci libertà di far bene o male, come
Luthero e Calvino, delli quali fu più pio Cicerone, che, non
potendo scioglier l’argumento donde venga il male, si risolse
più tosto negar la providenza che caricarlo a Dio e negar il
libero arbitrio a tutti sensi manifesto, come appar nel libro De
divinatione, sebene altrove l’uno e l’altro asserisce.Altri negaro
il male, e posero indifferenti tutte cose, altro che il vitio,
come li stoici; altri heretici come sono i libertini che, vedendo
nel lor Calvino che Dio è causa del male, dissero che se Dio lo
fa non è male né peccato nel mondo, e così lo scusano.
Tutte queste opinioni esaminai in Metafisica, /e trovai
che non ci è altro male che il peccato e ’l vitio, e che li
travagli e morti e generationi e corruttioni ponno servire a
bene et a male secondo li pigli et usi, come ben dicono li
stoici, e che non può esser che nel Mondo ci sia distintione e
producimento senza contrarietà di elementi, e che questa è
bona e durarà fin quando sarà ragione appresso Dio. Trovai
poscia come i peccati e vitii non hanno essenza, ma mancamento,\
e che Dio concorre ad ogni essere et ad ogni attione,
perché è diffusione di essere, ma non al non essere, et alla