Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 46
cielo venuto a loro, e con testimonianze di profeti e riscontri,
e convincendo filosofi e tiranni senza altr’armi che della patientia
e della verità.
E non creder a quel che dicono è magior sfacciatagine che
negar ogn’altra historia. Se alcun dicesse che non fu Cesare
nel mondo, o che non guerreggiò con Pompeo e vinse, o che
non vi sia Roma, o non esser l’altro hemisfero trovato da Spagnoli,
perché noi non l’habiamo visto, saria huom bestiale
e degno di riso. Quanto magiormente son ridiculi quelli
che negan li miracoli e virtuti dell’apostoli, de’ profeti e di
Mosè, e la revelation di s. Giovanni e di tal gente che parlò
senza interesse, con essere perseguitata et afflitta, e vinse e
fondò tanti vescovati e dignitati sacerdotali per tutto il mondo,
ch’ancora stanno, e mantengon quelli stessi libri evangelici
di cui ogni lettera costa un mar di sangue, un Mondo di
miracoli e un cielo di virtuti illustrissime. Troppo affettata
ignoranza è di chi nega questa verità.
Hor mi bisogna rispondere alli miracoli, martirii e profetie
dell’altre religioni che furo e sono al Mondo. Ma prima è
mestiero rinforzar l’antecedente discorso, in cui habiamo assunto
che nulla cosa esce dalla providenza e che l’huomo sia
nobilissimo e tale che degnamente Dio di lui tiene tanta cura
particolare, e poi come è immortale. Onde seguirà la certezza
ch’a lui Dio sia comparso secondo la pia religione.