Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 174

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a quel regno s’osserva la quadragesima con le
leggi del loro Calvino, perchè se non fussero così,
si perderebbono i loro guadagni della pescagione
a tanti pescatori che stanno in quell’isola e si
spegnerebbono gli animali ben presto. Or vedete
come Dio poichè non vogliono per amore gli fa
per necessità osservar le leggi della chiesa romana
non solo utili secondo Dio e l’anima ma secondo
il corpo e la repubblica.

Ger. Oh, sante e divine leggi! profeti della natura
e del mondo!… Passate pure qualche altra
cosa che in controversia è, come il Purgatorio
l’indulgenza e l’altre.
Giac. Se un uomo tutto il tempo quasi facesse
male attendendo a darsi al buon tempo, e al fine
si pentisse veramente, ragione vuole che Dio,
come promise ad Ezechiele, gli perdoni, ma non
che subito voli in Cielo al par di San Francesco
che sempre fe’ penitenza, nè deve andar all’inferno:
resta dunque che sia

….. Regno
Dove l’umano spirito si purga
E di salire al Ciel diventa degno.

come canta il nostro poeta.
Vi divisero questa imagine l’anime che si purgavano.

Noi fummo già tutti per forza morti
E peccatori sin all’ultim’ora;
Quivi lume del Ciel ne fece accorti.

Oh dicono i luterani: Dio perdona del tutto. È
vero, la colpa per la quale meritavano l’inferno,
ma sempre resta da sodisfare alla Giustizia divina,
dice il profeta, e alla legge eterna di cui disse
Cristo, che una iota e un punto non trapasserà
che non sia osservato. Se adducono l’esempio del
latrone che sempre fu cattivo, pure Cristo disse
che con lui quel dì aveva da esser in Paradiso,
si risponde che quella morte del ladrone fu sì
acerba e la contrizione tanto intensa che bastò a

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