Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 178

Precedente Successiva

veggono la faccia del Padre. Vedete dunque per
quante vie ponno sapere le grandi antiche consolazioni
di vivi amici, e il sapere che si può beneficare
il morto fratello con le orazioni, con l’elemosina,
e è innato affetto in tutti gli uomini
ciò fare, il quale non può essere se non da Dio,
se non da pietoso pensiero, degno che venga solo
dal Padre della pietà. È anco necessario questo
alla vita civile, sì perchè si mantiene l’amore tra
vivi e radica bene ne gli uomini, mentre per li
morti si prega, e purghiamo l’emende, e quanto
più la carità s’usa, più cresce; e la repubblica
tutta è fondata sopra l’unione di cittadini, la quale
dall’amore e carità solo è mantenuta; sì ancora
che per quelle occasioni si fan molte elemosine,
e s’accarezzano gli uomini d’esser liberali l’un
l’altro e nutrire i bisognosi: il che conserva lo
Stato, e di più lo moriente va con l’animo riposato,
chè i suoi procuran per lui; e i suoi sapendo
che lui non può andare in Paradiso senza restituir
quel d’altri, essi si forzano dare a ciascuno
quel che da lui fusse stato usurpato, e convertono
in ospedali molti beni a invito de’ religiosi, onde
scaricato il contenente della spesa, mantengono
quest’opere le più necessarie alla repubblica, e
ad ogni comunanza d’uomini. Alcuni Greci che
negano il purgatorio pure pregano per li morti
a nostra consolazione, se bene contradicono a se
medesimi, essendo chiaro che per quei dell’inferno
non si dee orare, chè ciò fora venire contra
la giustizia di Dio, nè per quei del Paradiso che
fora un dubitar di loro che avessero di noi bisogno.
Però Sant’Agostino condanna più che eretici coloro
che per questi Dio pregano, perchè nè quelli
in bene, nè questi in male per le nostre preghiere
mutar si ponno. Resta dunque che i preganti per
morti credino al purgatorio.

Giul. In Inghilterra non potero i calvinisti
levare prieghi per li morti, e voltorno quelli in
laude e memoria di loro.

Precedente Successiva