Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 184

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come Cicerone scrive di gladiatori che a mostrarsi
bravi e stimar poco la morte per onore del loro
maestro, si facean in pubblico tirar un colpo di
spada e levar netto il collo per far vedere un colpo
bello e ognuno ch’è malamente persuaso si ostina
per far il medesimo e questi sono li martiri del
diavolo. Non fanno così i martiri di Cristo che
non da sè si fanno ammazzare, ma quando il bisogno
il richiede per accendere la fede si lasciano
da’ tiranni torse la vita piuttosto che la verità negare
e con miracolo confermano morir per buona
causa, non come questi furbi ingannati fanno che
muoiono come tutti assassini, de’ quali pare che
Dio si sia dimenticato, tanto volgarmente perdono
la vita!

Giul. Quel inglese mal nato, benchè Calvino
neghi l’opere, si mosse per desiderio di gloria
d’esser connumerato a quel libro de’ martiri del
diavolo in Inghilterra, tanto più che ivi ci è gran
contrasto dell’esistenza reale nel sacramento di
Cristo, né mai si son voluti quietare in quel che
Cristo disse: “Questo è il Corpo”, espongono: Questo
significa il corpo mio, come questo. La pietra
era Cristo, benchè adesso in Francia si fece una
Dieta dove molti calvinisti accettarono il nome
di sostanza, chè Cristo non solo in imagine ma
in sostanza vi sia.

Giac. So bene l’instabilità loro, ch’è bisogno
che neghino a questo, perchè se vera fosse quella
esposizione che quell’è si piglia per significar per
alcuni degli Evangelisti, e l’avrebbe accennato
S. Paolo, ma essendo che concordi a dire: “Questo
è il corpo mio che per voi sarà conficcato in
Croce,” certissimamente dovemo credere il senso
della Chiesa nostra con molti miracoli confirmato,
come si legge nell’istorie settentrionali. Avvertirono
ancora che ci è segno sostanziale e non
sustanziale; il primo è il vino che si mette in un
bicchiere al Signore che dentro una bottega si
vende del vino, secondo è nel bicchiere dipinto

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