Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 186

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di Conte, mutandolo quasi essenzialmente, acciò
sia degno di titolo signorile ch’ei lo da, il farebbe.
Or Cristo che può fare il pane suo corpo diventare
dandoli tal titolo, nullo dubbio è che non il
faccia; lascio stare che è molto conveniente questo
a sua Maestà e alle promesse che ha fatte a’
Padri, che aveva da abitare con gli uomini, che
sarà chiamato Dio con noi e altre infinite. Il che
non fora adempito convenientemente se un solo
segno avesse a noi lasciato. Di più che differenza
fora del pane dell’Arca nella legge vecchia e nel
pane della nuova? certo nessuna; e perchè tutt’i
teologi e San Paolo dicono che quello era segno
e ombra, e questo significato è corpo, necessariamente
si darà che è vera quella sostanza alla mutazion
di pane che tutti asseriscono sia necessario
per ragione politica ognun sa, perchè i popoli con
la fiducia d’aver Dio seco saranno in guerra e in
pace più amanti della religione e più fiducia avranno
contra i strani, come gli Ebrei quando
portavano l’Arca Santa, e più temeranno di peccare,
avendo Dio sempre presente, per amore e
timore del quale nel principio diverranno che la
politica si mantiene e i vizii si fuggono e le virtù
si seguono. Lutero in questoè vario e finalmente
dice che nol sa. Calvino lo nega, avendo più sicurtà
di mentire impune per la strada che li fece
Lutero, poscia i ministri sono varij, nè ci è fermezza,
finalmente si attaccano ad altre sofisticherie.

Giul. In ciò han torto espressissimo, ma loro
pare guadagnarla quando dicono: “Perchè i secolari
non bevono il calice consacrato, se Cristo
disse: Bevano tutti?”

Giac. Se in ogni minutezza bisognasse far come
Cristo fece, bisognerebbe celebrar la cena di sera
con 12 solamente e doppo parte consecrare e comunicare,
la qual cosa elli negando per le ragioni
che han preso dalla nostra Chiesa, resta che apprendano
anco quelle per le quali a’ laici neghiamo

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