Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 190
[AVVERTIMENTI.]
a. Il tempo è duratione successiva delle cose, et l’eternità è
duratione permanente dell’Auttore senza prima et poi.
b. Perché ogni cosa naturale è in luogo fondata, dal luogo
bisognò cominciare, perché la cosa che sta nelle cause è causa, e
nell’intelletto è intelligibile, ma nel luogo è cosa essistente.
c. Il nome della sostanza conviene al luogo et alla materia,
che sottostanno, a Dio et a gli Angeli conviene nome d'essenza, ma
quello di sostanza è improprio a loro, ut Augustinus
7° De trinitate.
d. Quinci si risolvono gli assegnamenti d'Aristotile, che provano
il luogo non esser spatio dimentionato, poiché chiaro si
vede ch'essendo sue dimentioni incorporee ponno abbracciare le
corporee della mole.
e. La superficie del corpo ambiente non può esser luogo,
poiché ella sempre si muove, et il corpo sta fermo in un luogo medesimo,