Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 195

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onde a combattere cominciaro, havendo ordinato Dio
che di tal discordia gran bene riuscisse. Et ecco
che 'l calore distrusse, cioè in fumo gran parte della massa
converse et rapìo, per lo spatio suo tirandola, credendo
tutta farla sua: e da ogni banda esalò intorno a questa
parte di spatio che noi diciamo circonferenza, et caminando
tanto che vidde il luogo finito, et arrivò fin dove non poteva
dal nemico freddo esser aggiunto. Incominciò a rivolgersi
intorno, et così della sua mole ne spiegò tanto che occupò
tutto lo spatio et firmamento commune: et questa sua
spiegata mole fu appellato cielo. Il freddo, che stava
saldo nella zuffa, trovandosi in mezo del nemico caldo da
ogni banda spiegatosi superbo, si unì nel mezzo
del firmamento in maniera con la parte della sua materia,
che tutte le particelle del composto, volendo dal nemico
cielo discostarsi, si vennero ad unire in un globbo tondo,
come le gocciole dell’acqua unite dall’aere avverso et ogni
nemico da più nemici attorniato suol fare. Questo più
non si mosse per non accostarsi al suo contrario, et restò
denso duro et immoto, et fu dal primo Senno per queste
cagioni chiamato terra. Et questa fu origine dei primi
due corpi o primi elementi del Mondo, fatti da due principij

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