Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 197

Precedente Successiva

et non sono fatti d'altro corporeo, né l’uno dall’altro, come
a gli altri enti avviene, et hanno forze sovrane.
[AVVERTIMENTI.]
a. I principij formali non si devono appellare sostanza, come
fa Aristotile, ma agenti, poiché non sottostanno, ma ageno.
b. Perché veggiamo continuamente il sole spandere
in terra calore et luce, et generar tutti i fuochi che nel Mondo si
trovano e dentro la terra e dentro li profondi del mare, et assottigliare
la terra et farla simile al cielo, stimiamo ch'egli sia caldissimo
bianchissimo sottilissimo et mobilissimo, come al senso è manifesto
in sé et nelle operationi. Et perché conosciamo il calore unito
nelli specchi et nelle pietre generar fuoco, giudichiamo esser l’agente
principale, et che la luce sia la sua faccia, perché dov'è unito nelle
sue fiamme luce, et disunendosi elle per andar in sù divengono invisibili
né più lucono. È noto anchora che 'l moto sia
operation sua, perché occupando ogni materia l’assottiglia et le
dona il moto. Dunque la sottigliezza è dispositione ch'egli dà

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche