Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 207
può vincere niuno con l’unità per la lontananza et moto
et altre cause predette, se non col sole. Il sole poi camina
in varie fascie distinguendo la terra dall’un tropico all’altro,
che sono le parti 47 incirca contenute fra due poli, che
paiono stare immobili, sopra i quali il ciel si
rivolge, lontani da ogn'uno di loro 67 parti in circa delle 360
nelle quali i buoni misuratori han diviso il cielo per farne
dottrina. Et vince quando è presente, ma quando è assente
vien vinto; et così si tirano l’altre fattezze della statua.
La presente luce fa giorno, l’ombra - che per piramide si
stende dalla terra, perché il sole è assai più grande di lei -
fa la notte; et in ogni tempo notte et giorno fassi, et sera
et mattina nel globboso Mondo per il girare del luminar
vincente, e della tenebra nella parte opposta regnante.
Et così come nel giro dell’orto-occaso di 24 hore fa due
vicende principali, giorno et notte. Fa anchora
col movimento dall’un tropico all’altro nel medesimo tempo
estate et inverno, rispondenti al giorno et alla notte: perché
dov'è vicino e dritto, il suo lume vien sopra la terra e
per l’unione che fanno li raggi in sé stessi raddoppiati
dalla reflessione della terra fa gran caldo, che si chiama
estate; et dov'è obliquo et lontano il freddo prevale, et si
fa inverno. Però quando in una parte è notte o estate,