Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 223
ponendo il cielo equale, sottile, impossibile a distinguersi in queste
cose, senza assignare come ciò nel semplice luogo possa stare; e
non s'avide che potevan moversi da sé le stelle in obliquo senza
l’obliquità delle sfere e poli loro.
c. Basta il calore a muover il cielo: e perché sempre
si mova non ci è di bisogna d'una Intelligenza, come Aristotele
scrisse, perché egli gode del moto come sua operatione vivifica, e
però non si affaticha - ché non age -, et l’operazione ha il medio
per agente et paziente, ma non l’azzione, come si dirà. E fu pazzia
a dire che gli angeli movano i cieli secondi per imitare Dio che
muove il primo, e nondimeno secondo lui muovano all’incontro,
cioè da ponente a levante: onde la loro è contrafazzione e non
imitazione.