Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 224

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d. Quando se finirà il mondo secondo il corso naturale, che pur
da Dio si può variare.
e. Si risponde al argomento di Aristotele che pone le stelle
non rivolgersi in sé, perché la luna non lo mostra; o può esser che
il sole caldissimo si volga in sé stesso, come pare al Tilesio.
f. Il primo moto non è causa di generazione e corruttione,
come disse Aristotele, ma portatore del sole e delle stelle,
e del calore consequentamente, ch'è vera causa della corruttione
generatione et alteratione.
g. Non si può imaginare l’animo come un corpo stesso si muova
con contrarij moti, et come il violento sia in 24 hore, et il naturale
in 27 giorni nella Luna et in 30 anni in Saturno, e come non si
strugga il corpo in cui la violenza prevale alla natura. Però tutti
vanno per una via, chi più tardi, chi più veloci, e declinano per
vincer la terra verso i tropici.
h. Raggione dell’apparenze nelli moti celesti.]
[DISCORSO DECIMOQUARTO]
Dell’operatione.
l’operatione è quell’habito delle cose che conserva
quelle in sé stesse nell’esser loro: et si fa con godimento
dentro la cosa operante senza finirsi, perché il fine anchora
è destruttione dell’essere. Però l’operatione del cielo è

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