Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 233
firmarsi, dell’ossa incavata e con eminenze per aggiuntarsi tra loro
e mandar fuori le ligature, dell’orecchie concava per ricevere l’aere
percosso.]
[DISCORSO DECIMONONO]
Gradi tra 'l raro e 'l denso.
Caminando il calore per dritta via dal denso al tenue,
comincia prima ad allentar la mole poco spiegandola;
et questo raro s'appella lentezza. Poi la sface
più a suo modo, et ne fa mollezza, che cede al tatto meglio,
havendo le parti spiegate, onde si ponno piegare, ch'è il
cedere. Appresso viene la viscosità, la quale è ripugnanza
del denso e del liquido a condensarsi, come l’acqua liquida
mista alla farina secca manifesta. Poi la converte
in lubricosità, ch'è un viscoso fluido et corrente; poi in
licore, ch'è più corrente; poi in vapore et fumosità, che
perduta la corpolenza si leva in sù; et finalmente in tenuità
insensibile s'induce, che contiene manco parti in più spatio
di luogo, così come il denso contiene molte parti in poco
spatio. A1 tenue et rado segue la leggerezza et