Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 239
più consistenti in vita, né si potevano conservare et propagare.
Perché il commandamento di Dio fu che in certe
considerate maniere respondenti alle participanze della sua
Idea, il sole fusse padre et la terra madre di queste
seconde cose, et che esse seconde imitando l’attione de i
parenti, come quelli del Senno, facessero altre a sé simili
con numero peso et misura.
[AVERTIMENTO.
a. Le cose nacquero con ragione approbante e non a caso,
come Empedocle pensò che le cose mostrose siano state nell’origine
del Mondo, ma poi non si siano conservate, il che sarìa stato errore
dell’Artefece. Però dico che non le approvò, benché l’habbia previste.
Ma quel che sia fuor di questo Mondo da Lui approbato non
si sa, ma da noi è imaginato.]
[DISCORSO VENTESIMOTERZO]
Dal solo calor diradato et materia diversamente trasmutata
poter venire la moltitudine delle cose senza mistura
di freddo.
Ma tanta diversità di enti come avvenga da un sol caldo
diffuso qua giù dal sole senza compositione et mistione di
contrario freddo (perché egli non entra nella composition
naturale, non potendo due contrarij riconciliarsi e deponer
gli odij a componere un terzo, altrimenti non sariano contrarij,
ma dimenticati del proprio essere sarebbono un