Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 261
c. l’acqua non fa del legno acqua né l’aere aere, come il fuoco
del legno fa fuoco e la terra terra, perché questa ha le possanze
intere convenienti ad elementi, e quelli deboli convenienti ad elementati.
d. E per rifare il sole quel che haveva perduto prima scorrendo
verso il meridionale, si vede che ha fatto più circolazioni verso il
settentrione, poiché alcuni giorni più sta in Cancro che in Capricorno;
e questo gli rimase per sua natura.
e. Dell’acque salate.
f. Dell’acque petregne.
g. Quando l’acque petregne penetrano con tempo dentro
i pori de' legni s'indurano in pietra, come mi mostrò Ferrante Imperato
nel suo studio. E i pali sopra i quali Venezia si fabrica
son fatti duri dal sole penetrante et imputrefatibili come pietra.
Così lo ferro si fa assero e lo stagno bronzo.
h. Della polvere et arena.
i. Questo si manifesta nelle fornaci di riverbero, ove si liquefanno
anco i mattoni con poco tempo, quel che il calor dentro terra
in molto.
k. Dell’altre sorti de caldi e minerali.
l. Dell’acqua dolce.
m. De fonti dolci.
n. De fiumi.
o. Perché il mare non cresce né se indulcisse coi fiumi.
p. La congregazione delle acque fu chiamata da Dio mare,
idest amaro, perché salso et amaro nacque, come dicon l’Espositori,
e non si fece poi tale, come dice Aristotele.
q. Errano i Peripatetici, dicendo che 'l mare deve essere più
grande della terra diece volte et che il sole l’habbia scemato, poi
che più acqua li torna quasi, che non ne perde. Dunque il