Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 292

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elevato, sì che i rai obliquissimi del sole possano
percoterlo, s'imbruniscono et fanno color purpureo, et poi
pavonazzo. Ma di questi colori mezzi tra il bianco e '1 nero
molti ne vi escono per mistura. Questo si vede nel vetro
triangolare, dove la luce all’angolo vicina è punicea, la seguente
gialla, l’altra verde, poi pavonazza, et finalmente
fusca fassi, dove due angoli base del triangolo intercipono
più materia che i lati. Spesso si trova un'altra iride
sopra a questa: però con colori opposti, ché 'l cerchio
minimo è puniceo, percioché si fa dalla parte obliqua
superiore del sole la seconda iride (onde il cerchio minimo
è più vicino al mezzo sole, onde esce la luce chiara
tra le due iridi), il cerchio mezzano è giallo e 'l terzo è
verde, allontanandosi sempre dalla luce diretta,
la quale fa lo spatio intraposto alle due iridi bianco per
la sua drittura possente a non imbrattarsi. Si fa avanti et
doppo la pioggia l’iride, perché le primitie et reliquie de
vapori aquosi sono atti ad imbrattar la luce. Si fa nelli

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