Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 303
cose dure opache et non bianche, sebene per la mistura
participano alcuni di bianco et di transparenza,
com'è l’argento. Però quando sono più nere et grosse
et più malagevoli a frangersi, sono nate di più corpolenza
et di terra manco superata et di mistura lungamente
densata da i due contrarij. Però l’argento
vivo, di terra ben superata e piu eguale d'ogni altro metallo,
è generato dal potente et egual caldo: però è tutto
movibile et, mettendosi al fuoco, essalandosi una parte
s'essala insieme l’altra perché son simili. E la medesima
attione di caldo insieme fa in tutte il medesimo. Il
piombo poi et stagno di parti più grossette et manco
vinte sono fatti et rassodati, essalando il caldo non con
tutta la sottigliezza: onde restano flessibili, come le piante,
in cui la fumosità et viscosità fa il medesimo. Quindi si
vede che le pietre hanno materia più densa che non i metalli
et più privata delle parti tenui, perché quelle si frangono
et questi si piegano. Et i più flessibili hanno
materia più lenta et viscosa, come lo stagno et piombo di
molle materia senza aridità mostrano. Ma aggiungendosi