Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 307
in loro rimane quando, uscendo dalla madre, sono dal
freddo e dal caldo legati in sodezza, che poi al fuoco subito
ubidisce, rilassando la tenuità che si spande per uscirne.
I liquori, onde tante cose nascono da che fu il Mondo
sin adesso, il sole sempre generò et purificò: però
è difficile che l’arte in breve tempo (la quale non sa
i gradi uniformi o disformi di virtù né le parti di materia
uguale et non uguale componere, et se una fiata indovina,
l’altra perde) faccia trasmutatione di metallo perfetta
e in tutto vera, benché in tutti ce ne sia parte d'oro, la
quale è la purità d'essi metalli. Et si possono estrarne
liquori purificatissimi, virtuosi a trasmutare.
[AVERTIMENTI.
a. Antepongo sempre la ragione finale, perché è cagione vera
de gli enti fatti ad arte, e le cagioni fisiche - come caldo, freddo,
materia, luogo - son mezzi per arrivare al fine, del quale
parlai in Metafisica. Ma chi mette il mondo eterno o fato o caso,
non cerca lor fine. Ma io veggio bene che la natura agente non
fece cosa senza fine e non abondò in soverchio né mancò in necessario,
regolata da miglior virtù.
b. Aristotele scioccamente disse che le pietre minerali si